Un’ora da ciechi: un altro punto di vista

MercoledA� 4 ottobre, alla terza ora, la classe seconda B ha fatto la��esperienza al buio con Claudia, una signora cieca.

Quando siamo entrati nell’aula multimediale, ca��erano ancora le luci accese. Appena Elena, la��assistente di Claudia, ha spento le luci, A? diventato tutto buio, non si vedeva proprio nulla.

Claudia per noi aveva preparato tre giochi:

  • Il primo consisteva nel lanciare la palla sentendo la voce del compagno o della compagna che avevi chiamato.
  • Il secondo consisteva nel produrre un suono in cerchio con le maracas; iniziava un compagno a suonare, si aggiungeva un altro suonatore e, a quel punto, smetteva il primo. Si continuava fino a che il suono facesse un cerchio.
  • La�� ultimo gioco era quasi uguale al secondo tranne che, invece di usare le maracas, usavamo la voce emettendo suoni tipo: a�?EEEEa�? a�?AAAAa�? a�?RRRa�?.

Queste dinamiche ci hanno fatto ricordare quelle giA� vissute quando eravamo in quarta elementare.

E’ stata un’esperienza bellissima e ho capito che, quando si A? ciechi, A? molto difficile orientarsi perchA� non vedi niente. La cosa che mi ha stupito di Claudia A? che  riusciva a orientarsi solo ascoltando la voce.

Ecco il motivo per il quale era meglio stare in silenzio e rispettare il proprio turno per parlare. Diventava piA? importante il suono rispetto alle immagini.

Questo A? cambiare il nostro punto di vista e capire che le persone con disabilitA� possono farcene scoprire altri.

Visto che siamo stati al buio per una�� ora, A? stato molto difficile rivedere la luce e, ad alcuni, A? venuto il mal di testa.

Beatrice Riva

2B

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