MartedA� 3 ottobre, dopo la��intervallo, io e la mia classe andiamo nella��aula multimediale. Aspettiamo alcuni minuti ed, ecco, entra una signora di nome Claudia, affetta da cecitA�, che ci fa prendere per mano e sedere in cerchio.
Si spengono le luci e Claudia inizia a parlare. Ci spiega il primo gioco che consiste nel lanciarci a vicenda una palla con i sonagli e nel dire il nome della persona a cui vogliamo passarla cercando di mirarla. Penso che questo gioco sia stato proposto per stimolarci ad ascoltare bene il suono della voce del compagno.
Il secondo gioco proposto A? quello delle maracas: siamo invitati a scuotere queste piccole maracas uno dopo la��altro fino a che non si arriva alla nostra compagna Sveva, la��ultima del cerchio.
Tutti i giochi sono collegati alla��udito perchA�, quando non si ha la vista, A? la��unico senso che ci permette di a�?vederea�?.
In generale, queste dinamiche mettono in gioco la nostra capacitA� di attenzione.
Nella��ultimo, ma non meno importante gioco, dobbiamo fare un verso a nostra scelta e pronunciarlo, quando arriva il nostro turno, fino a formare un cerchio.
Questa esperienza mi A? piaciuta molto e ho capito che il messaggio che dovevamo portare a casa non era provare pena per i ciechi o altre persone con disabilitA�, ma che siamo tutti uguali, con i nostri pregi e con i nostri difetti.
Inoltre, ho capito che ognuno di noi puA? vedere il NOSTRO mondo anche da un’altra prospettiva, come abbiamo fatto noi con questo laboratorio.
Lisa Rinaldi
Admin Scuola
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