Domenica 14 ottobre, a Besana, si è tenuta la commemorazione dell’alpino besanese Rodolfo Beretta.
Rodolfo Beretta era un alpino del quinto Reggimento, morto nel 1916 durante la prima guerra mondiale, investito da una valanga mentre portava il cibo ai suoi compagni. I suoi resti sono stati ritrovati l’estate scorsa da alcuni escursionisti sul monte Adamello, a causa del recente scioglimento di parte del ghiacciaio.
A questa cerimonia erano invitati tutti gli studenti, ma in particolare i componenti del Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze: io ho rappresentato la II G.
Dopo il ritrovo al Municipio, ci siamo posizionati per il corteo: davanti a tutti c’erano il carro funebre con la salma, a seguire i parenti e, successivamente, il sindaco della città e quello del CCRR con i relativi consiglieri, infine gli alpini.
Dal Municipio siamo arrivati sino al Monumento dei Caduti; qui un alpino si è fatto avanti e, mentre veniva cantato l’Inno d’Italia, ha alzato la bandiera italiana: è stato un momento molto solenne e commovente. Infine un altro alpino ha portato un omaggio floreale ai piedi del monumento e tutti si sono messi sull’attenti quando i due sindaci si sono raccolti in contemplazione.
Dopo questo momento di grande solennità, tutto il corteo si è diretto in chiesa, per ascoltare la messa funebre.
Quando tutti hanno preso posto e il canto è finito, don Mauro, parroco di Besana, ci ha spiegato chi avrebbe celebrato i funerali: il rappresentante dell’ordinario militare Monsignor Gaetano Bonicelli e don Paolo Villa, vicario episcopale per l’esercito.
La S. messa è stata molto solenne: c’è stata la benedizione della bara e la consegna da parte di un alpino di un omaggio con fiori verdi, bianchi e rossi, deposti ai piedi della bara. Tuttavia una delle parti più significative dell’intera celebrazione, è stato il discorso scritto a quattro mani dai due sindaci che ci hanno fatto riflettere sulla morte del nostro concittadino, sottolineando che il suo sacrificio debba essere d’esempio e monito per tutti noi e per le generazioni future: la guerra è sempre una tragedia inutile, mai risolutiva; molte vite sono state sacrificate per i capricci di potere di pochi uomini e ciò non deve mai più ripetersi!!
Noi giovani dobbiamo essere grati a Rodolfo Beretta il cui esempio è arrivato fino ai giorni nostri, dopo un’attesa di oltre cento anni.
Dopo la S. messa un nuovo corteo si è diretto verso il cimitero, dove Rodolfo è finalmente stato seppellito tra gli onori degli alpini e dei parenti.
Arianna Piantanida, II G
Admin Scuola
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