VISITA ONLINE AL BINARIO 21
Venerdì 26 febbraio, la mia classe, la 3^ E, ha partecipato a un incontro per visitare un luogo storicamente significativo della Seconda guerra mondiale. La visita era online, tramite la Piattaforma Zoom ed è iniziata alle ore 9 circa.
La nostra guida, Alessandra Jarach, ha voluto, come prima cosa, ripeterci molte volte che la parola “Olocausto” non rappresenta pienamente ciò che è successo nella Seconda guerra mondiale, perché essa significa “sacrificio”. La parola “Shoah”, invece, che in ebraico significa in ebraico “sterminio”, è stata da lei ritenuta più appropriata per definire quanto accaduto.
La seconda spiegazione che la guida ci ha fornito è stata in merito alla scelta della scritta “Indifferenza”, incisa sulla parete che nascondeva ciò che realmente accadeva dall’altra parte della curva. Il termine è stato proposto da Liliana Segre, una delle poche persone sopravvissute alla Shoah.
La sua scelta è dovuta a ciò che ha vissuto in viaggio sul treno merci: quando si fermavano, i deportati urlavano e imploravano di essere aiutati. Le SS sentivano, ma, come la guida ci ha spiegato, fingevano di non accorgersi; non era un loro problema, anche se sarebbe dovuto esserlo. Inoltre, abbiamo anche visto un filmato in cui la Segre ricorda i pensieri di lei, allora quattordicenne ai tempi dell’orrore delle deportazioni, e quelli di oggi (link del video del 2014 https://youtu.be/7qx9R3IFpWU), donna adulta che ricorda il suo vissuto.
Un’altra cosa interessante, di cui io non sapevo nulla e che mi ha colpita molto è stata la presenza del muro dove sono scritti, in bianco, tutti i nomi delle persone deportate, mentre in rosso sono scritti solo quelli di coloro che sono riusciti a tornare indietro. I nomi in rosso, ogni tanto, vengono proiettati più in grande, così da risaltare e far capire quanto pochi siano effettivamente.
L’ultimo luogo che la nostra guida ci ha mostrato è stato il binario sotterraneo che poi risaliva in superficie solo una volta fuori da Milano (lo abbiamo potuto vedere solo tramite fotografia.
Alla fine di questo viaggio storico c’è una stanza quasi completamente buia, dove ci si ferma per riflettere su ciò che gli occhi hanno appena visto e sull’orrore della Shoah.
Elena Brenna, 3^E
INCONTRO CON LA GUIDA DEL MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO
Venerdì 26 Febbraio, io e la mia classe 3^E, insieme alla 3^B, abbiamo assistito a un incontro molto interessante con una guida del Memoriale della Shoah di Milano.
Posso sinceramente dire che mi ha affascinato molto la voglia di questa signora di trasmetterci qualcosa con questa visita e direi che ci è riuscita in pieno; infatti, non ci ha solo descritto molto accuratamente il Binario 21 e gli avvenimenti storici, ma ci ha anche raccontato l’esperienza della sua famiglia, dato che lei è di religione ebrea. Ci ha voluto lasciare questa ulteriore testimonianza oltre a quelle che già avevamo visto noi in precedenza; infatti, la sua famiglia fu aiutata a scappare dai tedeschi che stavano ormai invadendo l’Italia. Non ricordo precisamente tutta la storia, ma so per certo che è stato un racconto molto toccante e devo dire anche molto interessante.
Noi eravamo abbastanza preparati sull’argomento, dato che con la classe avevamo già visto alcuni tra i film più famosi, come per esempio, “Storia di una Ladra di Libri”, “Il Bambino con il Pigiama a righe”, “La Vita è Bella”, “Un Sacchetto di Biglie” e “Il Diario di Anne Frank”. Abbiamo anche letto il libro, insieme a “Se Questo è un Uomo”, di Primo Levi. Anche gli scorsi anni avevamo ascoltato le parole di Liliana Segre e un’altra di Sami Modiano.
Questa visita, anche se virtuale e non svolta in presenza, sicuramente è stata bella. Pur essendo a distanza, questa visita mi ha trasmesso tante emozioni e auguro e consiglio vivamente a tutti di andare a visitare il Binario 21 di Milano, per sapere qualcosa in più non solo sulla Shoah, ma anche sulla Seconda guerra mondiale e sugli errori clamorosi della storia che non dovranno mai più essere ripetuti.
IL MEMORIALE DELLA SHOAH
Fin dalle elementari, ogni anno, quando ricorre la Giornata della Memoria, parliamo molto con le insegnanti di questo argomento. Alle medie, in particolare, abbiamo visto diversi film, ascoltato interviste di sopravvissuti, visto una mostra al riguardo, letto alcuni libri. Quest’anno, oltre a tutto ciò, abbiamo anche visitato a distanza il Memoriale di Milano.
Questo Memoriale è costruito sul luogo da cui in quegli anni partivano i prigionieri per diversi campi di concentramento e sterminio, sia in Italia come quello di Fossoli, sia all’estero.
Il 26 Febbraio alle 9 ci siamo collegati con una guida del Memoriale. Dopo averci spiegato brevemente il contesto storico, si è soffermata sulla parte personale della storia, in quanto i suoi bisnonni e i nonni hanno vissuto la situazione in prima persona. Questo racconto ha reso tutta la storia che è seguita molto più ed emozionante.
Purtroppo, lo schermo è stato un limite in quanto la gita in presenza è fondata sulla visita di un Memoriale, mentre quella virtuale è simile, ma solo con foto che, però, non rendono tanto toccante l’esperienza; in parte, manca l’atmosfera che contraddistingue la visita di qualunque posto, ma ancor di più dove si racconta una storia così importante.
Trovo, però, che l’incontro virtuale sia stato comunque interessante e lo consiglierei, perché è stato comunque un modo per approfondire ancora di più le conoscenze riguardo a questo argomento della storia. Ho molto apprezzato anche dei siti e dei video da guardare, che la guida ci ha consigliato.
Silvia Cesana, 3^E
IL MEMORIALE DELLA SHOAH
Venerdì 26 febbraio, purtroppo ancora in modo virtuale, grazie a una guida molto preparata, abbiamo visitato “Il Memoriale della Shoah” o “Binario 21”, luogo dove partirono convogli carichi di Ebrei e altri perseguitati destinati ai campi di concentramento e di sterminio.
Questo “museo della Memoria” si trova sotto ai binari della stazione Centrale di Milano, un luogo nascosto, allora scelto appositamente dai Nazisti per non essere visti e scoperti.
Il luogo è ora caratterizzato da oggetti e scritte che ricordano l’orrore di questo Olocausto, come i quattro vagoni bestiame, simili a quelli dove vennero caricati i deportati, e parte dei nomi di coloro che partirono, così come di quelli che fecero ritorno.
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la grande scritta sul muro dell’entrata, voluta da Liliana Segre, deportata sopravvissuta alla tragedia: “INDIFFERENZA”: quell’indifferenza della gente nei confronti di ciò che stava succedendo.
Rispetto alla Shoah, io e la mia classe eravamo già preparati, perché abbiamo letto libri come “Il diario di Anne Frank” e “Se questo è un uomo” di Primo Levi, anch’esso deportato e sopravvissuto. Abbiamo anche guardato film come “Il bambino con il pigiama a righe” e “La vita è bella”, che mettono a nudo la verità di questa tragedia, le atrocità che hanno vissuto non solo adulti, ma anche bambini.
Oltre a informazioni culturali e storiche, questo incontro ci ha offerto una lezione e un insegnamento per la vita. Il Memoriale deve aiutarci a far memoria, a ricordare; il silenzio che alberga lì sotto deve farci riflettere, perché questo orrore non abbia a ripetersi.
Matteo Cazzaniga, 3^ E
Admin Scuola
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