Venerdì 21 novembre la 3^F, nelle ultime ore della mattina, ha incontrato Enrico Comi, autore dei libri “Stupefatto e Spacciato”, nel quale parla della sua esperienza con le droghe, che inizia ad usare poco prima del suo quattordicesimo anno di età. Sei mesi dopo la prima canna, inizia a fumare quotidianamente sino ad arrivare ad un uso continuo, come fossero sigarette. A 17 anni si avvicina ad altre droghe: prova la “bamba” (cocaina), pastiglie varie, anfetamine e giunge ad una devastante esperienza con l’LSD. Abusa spesso di alcool e superalcolici, che mischia anche con varie pastiglie. Infine si avvicina ai consumatori di eroina: seppur certo di non voler mai e poi mai arrivare a tanto, inizia a sniffarla e ne rimane affascinato. Presto arriva la prima siringa e già a 21 anni è devastato. Un tragico evento gli permette infine di “toccare il fondo”. Dopo vari e vani tentativi di smettere, intraprende la via della comunità e la sua vita cambia radicalmente. Oggi è padre di tre figli. Da oltre 25 anni si occupa di prevenzione e collabora con qualsiasi ente, associazione, comunità, oratorio ed attività con fini analoghi ai suoi: stimolare i giovani a riflettere sulle reali problematiche legate all’abuso di qualsiasi sostanza psicoattiva.
Appena entrato in classe, e subito dopo aver rotto il ghiaccio, Enrico ha iniziato parlando della disinformazione che c’è in giro, anche da parte di chi ci è più caro: chi non vuole che ne facciamo uso inventa le cosiddette “bugie bianche” (delle bugie dette a fin di bene), mentre chi ne fa uso dice “robe a caso” perché deve mettersi a posto la coscienza e giustificarsi. Enrico ha concluso questa prima parte esprimendo in modo efficace le nostre perplessità a proposito della disinformazione che circola sulle droghe: veniamo buttati in un mondo di informazioni e non sappiamo più cosa è vero e cosa è falso.
Enrico ci ha poi parlato del dubbio che una persona prova quando sta per far uso per la prima volta di una sostanza stupefacente: ovunque l’hanno messa in guardia dalle droghe, dicendole che fanno male, ma appena vede coloro che ne hanno fatto uso essere felici e allegri, si chiede: “Quindi non è vero che le canne fanno male? Guarda, loro sono tutti felici e si divertono!” Perciò quella persona sarà invogliata ad assumere la sostanza, si divertirà e il giorno dopo sarà un giorno normale come tutti gli altri, cosa che la spingerà a farne uso nuovamente e ad assumerle sempre più frequentemente. È così che si creerà la dipendenza.
Enrico ha quindi voluto puntualizzare quanto sia difficile smettere di fare uso di droghe, perché il corpo dice che ne ha bisogno e si ha la sensazione che le nostre prestazioni siano peggiori. Ha anche aggiunto che smettere di usare l’alcool è molto più difficile, perché ovunque si vada lo si trova (in TV, al supermercato, nei bar…) e questo fa venire voglia di berlo.
Successivamente si è concentrato sulle canne e su tutte le false informazioni che girano anche attorno ad esse. Qualcuno di noi avrà sentito qualcuno dire che “la canna fa meno male della sigaretta”. Io stesso ho provato alcune volte a sentirlo dire da amici più grandi di me e i miei genitori dicevano che non era vero, ma neppure loro sapevano dare una spiegazione a questa affermazione. Enrico ci ha fatto fare un piccolo ragionamento: “Per preparare una canna si spezza una sigaretta, si butta dentro la sostanza stupefacente, si avvolge tutto in un involucro più grande e si mette un filtrino che filtra ben poco, se non nulla. Quindi come fa una canna a far meno male della sigaretta, se io per farla ne prendo una e ci aggiungo le sostanze stupefacenti? È come se alimentassi un fuoco e di conseguenza aumentassi la sua potenza.” Infine, ha aggiunto che pure coloro che dicono che la canna fa meno male delle siringhe o dello “sniffare” dicono bugie, perché si assume sempre la stessa sostanza.
Come agiscono le droghe nel nostro corpo? Enrico ce lo ha spiegato con un esempio banale, ma molto interessante: “Facciamo finta che sopra la nostra testa ci sia una telecamera che vede e sente. Quando noi ci abbassiamo per prendere qualcosa e, nel rialzarci, sbattiamo la testa da qualche parte, questa videocamera si chiude parzialmente, provocando della confusione in noi. Infatti, noi sentiamo e vediamo poco per qualche secondo. Questo avviene perché il nostro corpo cerca di diminuire il dolore che sentiamo. La stessa identica cosa accade con le droghe: esse provocano un grandissimo dolore dentro di te, che però non senti grazie agli effetti antidolorifici delle droghe. Quindi la “telecamera” che hai in testa si chiude quasi del tutto e il tuo cervello vede pochissime cose reali e le rimpiazza con altre cose false e piacevoli e quindi stai bene, ma nonostante tu veda tutto “rosa e fiori”, dentro di te stai malissimo e i globuli bianchi, difensori del nostro organismo, stanno combattendo una grossa “guerra” per far tornare il nostro corpo al “normale funzionamento.”
Enrico ha infine concluso l’incontro con una frase ad effetto: “Ragazzi, cosa devo dirvi… Non pensateci 10 volte, ma 200, 300, 440…! Quello è il vostro futuro e non va buttato via.”
Con questo incontro tutti noi abbiamo potuto capire perché le droghe fanno male e come funzionano e, inoltre, che non tutto ciò che ci viene detto a proposito di esse è vero.
Samuele Confalonieri, 3^F
Admin Scuola
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