Domenica 21 novembre ho partecipato, insieme ai miei compagni di squadra, ad un torneo quadrangolare di pallavolo contro le squadre di Carate, Desio e Merate. Prima dell’inizio delle partite, nello spogliatoio, abbiamo parlato molto delle emozioni che stavamo provando in quel momento. Infatti, tutti eravamo molto emozionati di tornare in campo dopo diversi mesi e allo stesso tempo eravamo anche agitati, perché non sapevamo quali progressi avessero fatto le squadre che avremmo affrontato da lì a poco. L’unica cosa certa era che noi ci eravamo preparati ed impegnati tanto durante l’estate e nei primi mesi di allenamento ed eravamo sicuri di essere migliorati rispetto alla stagione precedente. Ad aspettarci sul campo da gioco c’era il nostro capo allenatore Stefano, mentre sugli spalti c’erano i nostri genitori emozionati tanto quanto noi.
Durante il riscaldamento cercavo di capire quali giocatori delle altre squadre fossero quelli più forti e più abili e continuavo a sentirmi molto agitato, perché desideravo dare il meglio di me. Alla fine, le paure sono scomparse dopo il primo fischio dell’arbitro e in un baleno il torneo è terminato con due partite vinte e una sola persa. I miei compagni ed io siamo stati felicissimi per l’ottimo risultato ottenuto, abbiamo capito che il gioco di squadra è fondamentale e solo se si gioca insieme con lo stesso obiettivo si possono raggiungere grandi risultati.
Ovviamente, oltre a noi anche i nostri genitori erano molto felici per il risultato ottenuto, anche se alcuni sono rimasti senza voce per il tanto tifo che avevano fatto. Anche il nostro capo allenatore Stefano è rimasto molto soddisfatto di come abbiamo giocato e queste sono state le sue considerazioni: “Una partita è, a qualsiasi livello, un momento particolarmente intenso da un punto di vista emotivo, a maggior ragione per dei piccoli atleti alle prime armi. Il compito dell’allenatore è quella di convogliare questa emotività in qualcosa di positivo ed educativo. Diventa importante imparare ad essere felici e festeggiare quando si fa qualcosa di giusto e allo stesso modo imparare a non abbattersi quando si sbaglia. Durante la partita è importante imparare ad accettare i propri errori e quelli dei compagni di squadra. Poi c’è la questione del rispetto. Rispetto delle regole, degli avversari e anche delle decisioni, anche se a volte non sono giuste (a volte sbagliano anche gli arbitri e, cosa ancora più importante, sbagliano anche gli adulti). Insomma, la partita è uno splendido momento formativo per diversi aspetti, il compito dell’allenatore è quello di guidare il bimbo atleta attraverso queste emozioni per farlo diventare un adulto”.
Il nostro allenatore Manuel, che non ha potuto esserci alla partita, invece, ha detto: “Secondo me abbiamo giocato bene; ci sono alcune cose che dobbiamo migliorare, ma abbiamo dimostrato tanto impegno. Rispetto all’anno scorso, c’è molta più padronanza dei gesti tecnici; la palla sta in aria di più e si riescono a costruire delle buone azioni. Dobbiamo migliorare sulla qualità dei gesti tecnici e sulla posizione in campo, per consentirci di creare azioni vincenti in ogni situazione. Mediamente abbiamo lavorato bene, ma a volte ci distraiamo ancora troppo! In definitiva il consiglio più grande che posso darvi è di fare sempre il 100%. Ci vuole una forte mentalità per farlo sempre. A volte ci si riesce e a volte no, ma bisogna sempre provarci. Solo così si ottengono miglioramenti.”
Quella domenica penso che me la ricorderò ancora a lungo, perché mi ha emozionato molto e mi ha fatto apprezzare ancora di più quanto sia bello giocare a pallavolo in una squadra composta non solo di compagni, ma anche di veri e propri amici.
Lorenzo Felician, 1^G
Admin Scuola
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