Venerdì 22 Gennaio abbiamo avuto un incontro online con Casa Leopardi.
Una guida ci ha illustrato alcune parti della casa. Siamo partiti dai piani inferiori, dove c’erano alcuni vestiti di Leopardi e anche dei giochi che usavano lui e i suoi fratelli, quando da piccoli giocavano alla guerra con dei soldatini.
In seguito, siamo passati nella libreria di Monaldo, padre di Giacomo, dove vi erano più di dodicimila volumi perché il padre era molto appassionato. Questi libri si trovavano in tre stanze, con molti scaffali e la guida ci ha spiegato come facessero a trovare i libri visto che erano così tanti. Avevano un indice con scritti quattro numeri: il primo era la stanza, il secondo era lo scaffale, il terzo era la riga dove era messo il libro e il quarto era il volume.
Infine, abbiamo visto dove Giacomo e i suoi fratelli studiavano con l’insegnante privato e la guida ci ha spiegato in modo approfondito la vita del poeta.
É stata una “gita” molto bella!!!
Io avevo già visitato questi e dal vivo rende molto di più.
Venerdì mattina io e la mia classe siamo andati a Recanati; non spaventatevi, non abbiamo infranto nessuna legge, visto che siamo in zona rossa. L’incontro è avvenuto online.
Non vi state chiedendo: Recanati: perché diavolo siete finiti in quel paese (stando in tema con l’argomento si potrebbe chiamare anche villaggio), quando ci sono altre centinaia di città molto più conosciute? La risposta è semplice: solo il nostro caro, vecchio e amico Giacomo Leopardi, o come preferisco chiamarlo io Giacomino, ma per prenderlo in giro ancora un po’, vi dirò anche come la famiglia lo chiamava, cioè Buccio (non so dove abbiano tirato fuori un nomignolo del genere, ma non è un argomento che ci riguarda).
Tornando a noi, appunto, se non l’aveste capito, Recanati è la città natale di Buccio, quindi abbiamo fatto un breve tour nella sua umile dimora, anche se di umile non ha niente, vista dall’interno, perché ovviamente quando dovevamo entrare in casa sua c’è stato un calo di connessione, come sfortuna vuole. Ho comunque potuto vedere la chiesa in cui è stato battezzato (tra l’altro con un vestito a dir poco sobrio, devo dire).
Credo, però, di aver dimenticato una cosa fondamentale del racconto o sarebbe meglio dire persona, visto che non ho ancora presentato la guida: una persona davvero molto brava a spiegare e a rivolgersi al pubblico (sembrava di seguire un documentario di Alberto Angela) che ha saputo coinvolgere noi ragazzi, utilizzando un linguaggio giovanile per catturare la nostra attenzione.
Ci ha raccontato diversi aneddoti su Leopardi, come per esempio che da piccolo era felice e che voleva sempre essere il migliore; lo so, è pazzesco, non ci credevo neanche io. Pensavo che fosse uno di quei ragazzi solitari che si concentrava solo sullo studio, cosa per metà vera, visto che sapeva più di cinque lingue e una volta ha chiesto di fare ripetizioni di greco al suo stesso insegnante; e questo è meglio non commentarlo.
Poi la guida ci ha portati nella famosa biblioteca di suo padre, dove ci ha spiegato la passione del poeta per i libri e come riuscivano a trovarli; avevano scritto su dei foglietti delle “coordinate delle posizioni dei libri”: molto ingegnoso.
Sempre nella stessa stanza abbiamo potuto vedere la fatidica finestra dove Giacomino “spiava” Teresa Fattorini (chi non sapesse di chi si tratta, lei è “la Silvia” della poesia), mentre lavorava.
Tutto sommato è stata una gita carina; certo, dal vivo è tutta un’altra cosa, ma è stato più fattibile farlo online e hanno potuto farci vedere anche alcuni dei libri della biblioteca, visto che con dal vivo sarebbe stato impossibile.
Questo, gente, è tutto quello che ho da raccontare e spero di avervi incuriosito sulla “lunga” vita di Leopardi.
Il 22 gennaio 2021 alle 9:00 abbiamo partecipato a una gita online sulla Piattaforma Zoom nella casa del famoso poeta Giacomo Leopardi.
La guida ci ha accolto nella cantina dove ora sono custoditi i giocattoli che usava Leopardi e quello che mi ha colpito di più sono stati dei soldatini in piombo dipinti a mano appartenenti all’esercito di Napoleone che il poeta usava molto per simulare delle battaglie ma facendoli perdere sempre perché Leopardi, essendo molto religioso, ce l’ aveva contro Napoleone per aver invaso lo Stato pontificio. Abbiamo visto anche l’abito che il conte Monaldo, padre di Leopardi, usava quando aveva dei ritrovi importanti (essendo il sindaco di Recanati) e poi il vestitino e la culla del poeta quando era un neonato.
Siamo saliti e ci siamo spostati per un attimo fuori anche se non è durato molto quell’attimo visto che la connessione non prendeva al di fuori dell’edificio; siamo, però, riusciti a vedere la piazzetta descritta nella poesia “Il sabato del villaggio”. Rientrati nella casa, la guida si è diretta subito nella immensa libreria di casa Leopardi.
Appena l’ho vista, sono rimasto a bocca aperta per quanto fosse grande e per quanti libri contenesse e mi è sorta una domanda: ma davvero il poeta li aveva letti tutti? Erano cinque stanze lunghe nove metri e larghe cinque; ogni parete era ricoperta da una libreria ricca di libri e in ogni stanza si trovava un genere di libri. La guida ci ha spiegato anche che la famiglia Leopardi aveva aperto quella enorme libreria come la prima biblioteca pubblica. Il problema era come trovare quel preciso libro in tutte quella stanze? Il padre di Leopardi aveva preparato un indice indicando in che stanza fosse, in quale scaffale e anche l’autore.
In seguito, ci siamo spostati in un’altra stanza dove ci è stato fatto notare che la casa era così grande da avere i numeri civici per le camere. Ci è stato spiegato che in ogni stanza della biblioteca c’era una finestra, appositamente fatta per far in modo che Leopardi riuscisse a leggere sfruttando sempre la luce solare.
Questo suo hobby di leggere aveva portato lo scrittore a non avere più bisogno di maestri, avendo ormai imparato cinque lingue differenti. La sua salute ne aveva risentito molto; infatti era passato da un periodo in cui non riusciva più a vedere e questo lo aveva portato a riflettere sul senso della vita. Siamo riusciti anche a vedere una casa rossa dove ha vissuto Teresa Fattorini, a cui Leopardi aveva dedicato una poesia per la sua morte. Come ultima tappa siamo andati nell’ufficio di Monaldo per farci vedere dove si svolgevano le lezioni con tutti i fratelli e con tutti i maestri.
Questa gita mi ha colpito molto soprattutto quando siamo andati nella biblioteca e mi è piaciuto anche come la guida facesse degli esempi riferiti ai giorni nostri per catturare anche la nostra attenzione e farci divertire.
La mattina del 22 gennaio abbiamo fatto una visita Online per approfondire le conoscenze sulla vita e sull’abitazione di Giacomo Leopardi.
L’inizio della gita è stata la famosa libreria con moltissimi libri; io, sinceramente, mi immaginavo fossero molti meno.
La guida era molto “moderna”; spiegava a noi ragazzi con un linguaggio giovanile che a me ha colpito molto. Dopo la libreria, ha spiegato che il poeta conosceva molte lingue per il suo tempo e gli insegnanti avevano detto a suo padre che il figlio poteva smettere di venire a fare lezione, perché sapeva tutto quello che doveva sapere.
Passando ad un’altra stanza, quella delle lezioni, c’erano tre banchi con tre sedie e una cattedra dove i tre fratelli studiavano insieme.
Spostandoci in un’altra stanza ancora, abbiamo visto i ritratti di tutta la famiglia Leopardi: non erano molto grandi quei quadri per essere stati nobili, a parer mio.
A un certo punto della sua vita Leopardi diventa semicieco e, quindi, si deve mettere vicino a una finestra dalla quale si vede il villaggio ispirato a “Il Sabato del villaggio”.
Come gita per me è stata molto istruttiva e mi ha fatto scoprire anche qualche segreto, come per esempio che Leopardi da bambino non era triste e depresso come da adulto e quindi a me è piaciuta molto.
Admin Scuola
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