In viaggio dal Mali… in cerca di un futuro migliore

Negli ultimi decenni, i flussi migratori nel mondo sono in piena espansione: ai migranti per motivi economici, si sono aggiunte le persone che chiedono asilo politico e protezione, fuggendo dai propri paesi da��origine per guerra, persecuzioni religiose oppure per problemi familiari come nel caso di Adama, 19 anni, che ha dovuto lasciare la sua casa per problemi in famiglia. Lo abbiamo intervistato per conoscere la sua storia

Come ti chiami e da dove vieni?

Mi chiamo Adama e vengo dal Mali.

Per quale motivo hai lasciato il tuo paese?

Per motivi familiari. Preferisco non raccontare i miei fatti personali, magari un giorno quando tutto sarA� passato li racconterA?, comunque diciamo che la mia non A? stata una scelta, sono partito perchA� dovevo scappare. 

Quando sei partito, era tua intenzione venire in Italia o avevi una��altra destinazione?

Quando sono partito, pensavo di andare in Francia. A? li che tanti maliani vivono; ho pensato che avrei trovato qualcuno del mio Paese che mi avrebbe aiutato. Molti maliani sono lA� perchA� noi parliamo anche francese; quindi, A? tutto piA? facile se conosci giA� lingua. Invece, quando sono sbarcato in Sicilia, mi hanno preso le impronte in Italia e la polizia mi ha detto che dovevo rimanere qui fino a quando non avrebbero esaminato la mia domanda d’asilo. Dell’Italia sapevo pochissimo, pensavo si parlasse spagnolo. PerA? adesso che lo parlo, l’italiano mi piace molto. Dicono che ho preso anche l’accento brianzolo!

Quanto A? durato il viaggio dal tuo Paese di provenienza fino in Italia?

Il viaggio A? durato un mese, ma A? stato un mese molto duro. Ho attraversato il deserto su una jeep; eravamo in quaranta: se qualcuno stava male o vomitava, l’autista non si fermava. Andava avanti. I banditi ci hanno fermato tante volte e ci hanno chiesto molti soldi. Alla fine, quando sono arrivato in Libia, ho pensato: o vado avanti o vado avanti, anche se avevo molta paura. Dopo il deserto, la barca. Sulla barca mi ricordo solo una cosa: vicino a me c’era una mamma con una bambina piccola in braccio. La mamma era troppo stanca, cosA� ho tenuto io la bambina. Mi ricordo che la bambina rideva, mentre tutti piangevano, o pregavano. 

Come ti sei sentito a sapere che eri arrivato?

Quando sono arrivato, mi sono sentito molto felice. Felice di essere vivo. buy periactin online cheap, buy clomid

Cosa ti aspettavi di trovare in questo Paese e come ti immaginavi la��Italia?

Non mi aspettavo niente, ho sempre pensato solo e unicamente alla Francia.

Da quanto tempo vivi in Italia?

Da 1 anno e 5 mesi circa.

Quali sono le cose che ti danno piA? fastidio?

Le cose che mi danno piA? fastidio sono i pregiudizi. Per esempio, quando si pensa che noi neri siamo tutti uguali solo per il colore della pelle. PerA?, a me personalmente, non A? mai capitato niente di grave.  

Cosa ti piacerebbe facesse la gente per aiutarti?

Niente, non chiedo mai aiuto, preferisco essere autonomo.

Ca��A? razzismo in Italia? Se sA�, in che modo e in quale momenti lo hai vissuto?

Tanti dicono che gli italiani sono razzisti ma io non lo penso. Ci sono persone buone e persone cattive, come in tutti i Paesi.

Qual A? la cosa piA? fastidiosa che ti sei sentito dire in quanto migrante?

Una volta, a Monza, stavo parlando con una ragazza nigeriana; una signora si A? avvicinata e ci ha detto di tornare da dove eravamo venuti, io la��ho semplicemente ignorata…

Come ti trovi a Besana?

Benissimo. Besana A? davvero bella.

In questi anni hai fatto dei passi avanti?

Durante questo anno e mezzo in Italia, non sento di aver fatto dei passi avanti, ma indietro. In Mali ho frequentato il liceo e, a quest’ora, sarei al primo anno di UniversitA�. Invece, in Italia, il mio diploma non A? riconosciuto e ho dovuto frequentare la scuola media per adulti che, per fortuna, dura un anno. Per questo, sentendo i miei amici che sono in Mali e stanno andando all’UniversitA�, provo dispiacere. Mi sembra di essere andato indietro.

Cosa ti manca del tuo paese?

La mia famiglia, specialmente mia sorella.

Come ti vedi tra qualche anno?

Per il futuro non ho nessuna idea, non posso averla perchA� sarA� il destino a decidere per me. Sto aspettando ancora la data della mia commissione. Se, dopo aver esaminato le mie ragioni, la commissione deciderA� che ho diritto ad avere un permesso di soggiorno, allora potrA? iniziare la mia vita in Italia. Altrimenti, non so cosa farA?, A? molto difficile ottenere il documento, ma non sono preoccupato. Penso che, prima o poi, tutto arriva…

E’ stata un’esperienza molto significativa quella di parlare con una persona che ha dovuto affrontare molte situazioni problematiche per cercare di ottenere una a�?protezionea�?, cosA� da poter ricominciare da capo e costruirsi una vita dignitosa.

Grazie mille!

Marwa Taji

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