“Il mondo di oggi cosA� com’A? non va bene e c’A? la necessitA� di rispolverare i vecchi stili di vita che ci hanno permesso di superare i duri tempi di guerre e conquiste”.
Mohamed Ba A? un senegalese emigrato in Francia e, poi, in Italia.
In Africa era pastore, ora a Milano A? mediatore culturale.
E’ una persona a cui non piace il mondo di oggi e che, dopo la��aggressione subita a Milano, gira per le scuole e spiega con semplicitA� il significato che dA� a parole a�?abusatea�� come intercultura e integrazione.
La��intercultura A? il futuro, A? un nuovo modo di convivere, di stare insieme e ogni paese deve trovare il proprio modo per farlo, deve elaborarne un personale modello.
A? la cosa piA? bella che possa succedere: intercultura A? la��incontro con la��altro e nessuno deve temere la magia e la��arricchimento interiore che ne puA? scaturire.
Mohamed A? venuto nel nostro istituto per tre incontri con le classi terze, durante i quali ha parlato di come la diversitA�, oggi, venga vista come un difetto, come qualcosa di negativo.
Questo A? totalmente falso, dato che la mente umana si adatta a ogni ambiente e non ca��A? nessun difetto nell’avere una cultura diversa, dato che non possiamo essere tutti uguali ed A? proprio questo il bello del mondo: la differenza tra tutti noi.
In questi incontri ci ha parlato di come, nel passato, solo per i colori della pelle, i tratti somatici e le tradizioni, le persone di pelle nera venivano discriminate, violentate e trattate come oggetti.
Nonostante sia passato del tempo, ci sono ancora persone che continuano a commmettere questi atti e sono cose che devono essere fermate, se vogliamo vivere in un mondo pacifico dove tutti possano convivere nel migliore dei modi.
Mohamed ci ha fatto viaggiare, in un certo senso, nella cultura africana (specialmente nella��ultimo incontro), suonando strumenti tipici della cultura senegalese e parlandoci anche di tipici brani suonati durante varie cerimonie del suo Paese d’origine.
Questi incontri sono stati molto utili, ci hanno aiutato a riflettere e, nonostante le poche ore, abbiamo capito molto da ciA? che ci ha detto.
E se alcune persone, da questi incontri, non hanno ricavato niente?
Non succede nulla, ognuno resta con le proprie idee, il proprio essere.
Chi perA? ha paura dell’incontro con l’altro A? perchA� forse non ha una consapevolezza ben salda dei propri valori culturali e non potrebbe sostenere un dibattito, un discorso, un confronto, uno scambio di opinioni.
La paura della��incontro fa nascere muri, che nascondono solo vuoti culturali.
Marwa Taji
Admin Scuola
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