Quando la scuola supera le barriere

Il 24 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, la scuola, come ogni anno, ci propone la visione di un film. Non ne abbiamo perA? visto uno che presenta la vita degli Ebrei in un campo di concentramento, come ad esempio a�?La vita A? bellaa�?, a�?Il bambino con il pigiama a righea�?, a�?La��isola in via degli uccellia�?. La vicenda del film di questa��anno, a�?Freedom Writersa�?, era ambientata in una scuola. Racconta la storia vera di una docente che, alla sua prima esperienza di insegnamento, si trova davanti una classe di studenti problematici: i ragazzi hanno storie di vita particolari e difficili, che mi hanno colpito. Provengono da etnie diverse e, nella classe, ca��A? solamente un bianco.

A nessuno di loro interessa venire a scuola per imparare, ma la professoressa non si perde da��animo e, pur scontrandosi con le idee dei colleghi, della preside e soprattutto del marito, inizia a credere nei suoi ragazzi. Per me questo impegno non A? da tutti e io, se fossi stata al suo posto, non so se sarei stata in grado di affrontare la situazione. La docente li motiva in tutti i modi e i ragazzi iniziano un poa�� ad appassionarsi allo studio. Uno degli aspetti che mi ha maggiormente colpito del film A? che la��insegnante compra a proprie spese libri e quaderni e, per poter fare questo, inizia a svolgere un secondo lavoro.

In alcune parti del film mi sono commossa; una di queste A? verso la fine, quando la docente viene lasciata dal marito a causa del fatto che non stavano molto tempo insieme; io, al suo posto, non avrei messo il lavoro a�?primaa�? della mia famiglia.

Sono rimasta meravigliata dal suo metodo di insegnamento: ascoltava molto i ragazzi e le loro storie e, cosA�, ha potuto capire cosa provavano e vivevano al di fuori della scuola.

Ho seguito molto attentamente il film e, giA� dall’inizio, speravo in una conclusione positiva. Infatti, la��idea vincente della professoressa (che mi ha sorpresa) A? stata quella di far lavorare i ragazzi sulle tematiche del razzismo, in particolare sulla��Olocausto, attraverso la lettura de a�?Il diario di Anna Franka�?. Tutti gli alunni si sono appassionati alla lettura. Inoltre, anche se A? sempre stata una classe un poa�� difficile, la docente li ha portati al ristorante, facendo incontrare loro dei sopravvissuti. Gli studenti hanno poi potuto conoscere la signora che nascose Anna Frank e la sua famiglia (anche se nel film non era lei in persona).

Da questo film ho potuto imparare che ragazzi con origini e storie di vita diverse possono diventare grandi amici.

PerchA? ciA? possa accadere, bisogna che ognuno parli della propria storia. Questa vicenda dimostra che la scuola A? il luogo ideale per favorire la��integrazione e il rispetto verso gli altri. La professoressa, infatti, propone a ognuno di scrivere un diario. Lei poi li leggerA� e, cosA�, fra alunni e insegnante si creerA� un vero rapporto, sino al punto che ragazzi e insegnante resteranno insieme altri due anni.

Questo film lo consiglio a tutti, bambini, ragazzi e adulti.

Miriam Galliani                                     

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